È la Rosa dei Venti, con la sua potenza generativa e la sua capacità evocativa, a rappresentare l’arte de “I Musicanti” di Gregorio Caimi in occasione del ventesimo compleanno del gruppo che ha fatto della world music la sua vocazione e la sua poetica. Una raccolta di 10 brani, per l’etichetta toscana EmdabliumEm che celebra un’evoluzione dove scelte stilistiche e contaminazioni hanno segnato un viaggio artistico che nasce etnico e diventa universale, senza mai perdere l’identità mediterranea.
Sciara - prima c’agghiorna. Una storia d’amore, coraggio e impegno civile fa da sfondo al testo scritto da Luana Rondinelli, edito da Navarra Editore. La Sicilia dei primi del 900 e la morte, per mano della mafia, di un giovane sindacalista rivivono non solo nelle accorate e dolorose parole della madre di Salvatore Carnevale, ma anche nelle musiche che ne compongono la colonna sonora.
Sciara - prima c’agghiorna è la colonna sonora dell’omonimo spettacolo teatrale, dedicato a Francesca Serio e al figlio Salvatore Carnevale, scritto ed interpretato da Luana Rondinelli. A brani di denuncia, come ‘Un c’è, Terra ca non senti, si alternano le dolci note della ninna nanna ‘A Siminzina, o la struggente Turi, scritta come il brano Prima c’agghiorna appositamente per lo spettacolo.
Un inno gospel tutto made in Sicily alla forza delle donne, per rinascere dopo aver detto no a soprusi e angherie subiti. Ha la forza di una preghiera civica e sociale questo brano scritto da Gregorio Caimi, compositore del brano e autore del testo insieme all’attrice, scrittrice e regista Luana Rondinelli. Cinque voci femminili - Debora Messina, Paola Giacalone, Claudia Scirè, Roberta Caly e Lea Pavia - che si sono unite e armonizzate per dare il proprio contributo affinché oltre il dolore, ognuna possa rivolgere lo sguardo alle infinite opportunità che ogni donna ha, se solo esce dalla spirale di violenza, apre gli occhi e “Guarda avanti”.
Le parole del poeta Ignazio Buttitta diventano universali grazie al sodalizio tra I Musicanti e i Milagro Acustico. Un dolore composto che diventa monito di giustizia. Chitarre che scandiscono gli eventi e una tromba che traccia un racconto che sfiora il sacro. Eppure è quasi una danza, una processione laica per non perdere mai il vigore dell’onestà. Parole che viaggiano su una musica dove le percussioni sono passi di chi ancora porta avanti le idee del sindacalista socialista Salvatore Carnevale ucciso dalla mafia.
I primi dieci anni di una meravigliosa storia che nasce dall’ascolto di chi vive questa terra siciliana per giungere a cantarne la voce stessa, raggiungendo l’anima e lo spirito, annusando il vento e sentendone forte il sapido sapore, approdando così ai più profondi esiti della world music. Questo disco è molto più di un “best of”, intende tracciare un percorso di crescita e di studio dove scelte stilistiche e contaminazioni hanno affinato il loro fluire fino a conferire unicità ad un lavoro di ricerca che nasce etnico e diventa universale, senza mai perdere di vista l’identità mediterranea. Vi si trovano brani tratti dal primo disco “A Testa Mi Rici”, fino ad “Arsura”, con punte di poesia e arrangiamenti nuovi che incantano e travolgono per poi restare indimenticabili con la nuova versione “world” di “Senti Soccu Ricu”.
Le policromie della cultura mediterranea, le melodie intrise di vento, si animano della forza della lingua siciliana e dell’armonia della lingua araba per costruire un sogno: un mare di integrazione e fratellanza perchè “Semu figli di lu stesso Dio”. In questo disco l’arte de I Musicanti s’innesta con quella del gruppo world romano “Milagro Acustico”. L’etica del soccorso, dell’aiuto al prossimo di qualunque colore sia, divengono una danza di voci: Marwan Samer e Debora Messina, sono anime della “Terra Madre” che è una sola: e pertanto la musica si fa portatrice di un messaggio universale: “Semu semu frati di lu stessu patri”.
Friscaletto penetrante, sonorità latine con una chitarra che da sola è un racconto e storie d’eternità. Questo è il disco “Pietre di Sicilia” che ha l’ambizione di mostrare la bellezza e la sua perduranza se accompagnata dalla gentilezza e dal rispetto. Echi esotici e storie di stelle e di tesori di cui sono impregnate le Pietre di questa terra dove la contaminazione è ricchezza, per definizione. “Pietre di Sicilia” insegna chi un “viculu avi petre chiossai di una granni strada”. Disco della speranza, che è un omaggio a Renzino Barbera, l’ultimo grande imprenditore siciliano che ha segnato la storia di questa terra. E forse ode a diventare tutti costruttori se solo vediamo quanto “la petra è viva picchì mori”, perché in Sicilia tutto può concepire, se la si ama. “Pietre di Sicilia” è un disco d’amore, alto, aulico, delicato che ambisce all’immortalità.
“Fimmini di la nostra terra, Fimmini e omini pi la libertà”, un canto che mette insieme il buono e la forza del popolo siciliano. Un’apologia civica di chi ha dato la vita e di chi ancora è qui, ogni giorno a mettere faccia, mani e cuore affinché la Sicilia sia libera da padroni e condizionamenti. Testo scritto da Gregorio Caimi con Francesco Fiorino, con musiche di Gregorio Caimi ed Emanuele Chirco, che mette insieme sonorità contagiose e travolgenti con una linea del tempo virtuosa dove chi si è battuto e impegnato, non è mai andato via, la sua missione continua nell’azione di ogni giusto del tempo nuovo.
Dalle domande esistenziali sorte nella testa e nel cuore, anzi, nell’anima di Gregorio Caimi nasce il progetto de “I Musicanti”, capace di riassumere la risposta, l’unica risposta: la coscienza di essere siciliani e di esserlo in questa parte di Sicilia, in questa terra di Sole e di tramonti incredibili e di sogni profumati di sale. Un progetto identitario che si abbevera alle parole di Pirandello, Sciascia e Bufalino, ma che trova la sua intima ispirazione nel libro-intervista sorto dal dialogo tra Marcello Sorgi e Andrea Camilleri. L’intento è quello di dare forma allo struggimento, all’esigenza di giustizia, al sapore degli sguardi, degli antichi dolori, del senso della bellezza e dell’indolente ironia che ci fanno siciliani e che non si trovano in nessun altro Paese del mondo: “A testa mi dici chi stu sonnu m’ava a giuvari”.
“Genti”, il canto di questa terra, di un’unica Terra
Psichedelie unite a sonorità della tradizione per una musica che sia sociale, senza mai perdere la poesia. Apre il disco “Senti chi ti ricu”, dove il mito romano della dualità di Giano incontra sonorità travolgenti (con la collaborazione di Mario Incudine). Emozionante il tributo a Rosa Balistreri (Rosa cunta e canta) perfettamente in linea con l’anima del disco che si compie elegantemente nel brano che ne è anche il titolo: “Genti”, realizzato con Giovanni Gulino: una vera ode all’integrazione: “nivuri, gialli e du nostro culuri a circare nostru Signuri” che condividono “acqua e sangu” per cercare speranza. Tutto confluisce nell’unica “Terra Madre”, feat. Milagro Acustico, che è l’acme della verità: “semu figghi di lu stissu Dio, frati di lu stissu patri”. Il disco conta anche sulla collaborazione di Nonò Salamone, perché i cantastorie sono l’anima della musica che è voce di questa terra.
Un viaggio mediterraneo che è danza con la lingua siciliana e tocca sonorità arabe che tanto le sono affini, ma anche un dipinto di luoghi del cuore che profumano di mare. È uno struggente canto d’amore, anzi di un cuore che batte nonostante la sete, “Arsura”, disco che si beve tutto d’un fiato e mai disseta del tutto. Un’armonia dirompente, che a tratti è l’urlo di dolore di una terra arsa e poi balza nel passato tracciando una sonorità che tanto assomiglia all’effetto seppiato delle vecchie foto trovate nei bauli delle nonne. Non manca l’approccio lirico, che come una ninna nanna senza sonno trascina in una passione che approda al sublime eppure “arde na lu pettu”. Un’altalena tra tempi andati e pathos eterni come ogni amore negato, strappato, che inebria e incanta.
La tensione morale e sociale dell’opera de I Musicanti si esplicita anche nella collaborazione per la realizzazione dell’audiolibro dal titolo: "Qualcosa si è spezzato" su testi di Rosario Livatino. Produzione di Multimedia San Paolo in collaborazione con Caritas Italiana e con Cei - Ufficio nazionale per i Problemi sociali e il Lavoro, Centro sportivo italiano e Associazione Amici del giudice Rosario Livatino, a dare voce al pensiero e agli scritti del giudice Rosario Livatino, ucciso dalla mafia il 21 settembre del 1990, attori quali Giulio Scarpati, Simonetta Solder, Giorgio Marchesi; il giornalista Rai Gianni Bianco; i campioni dello sport Nicola Legrottaglie, Luca Toni, Emiliano Viviano. I Musicanti hanno realizzato le musiche insieme a Mite Balduzzi. L’audiolibro contiene la canzone interpretata da Antonella Ruggiero: "Figlio di mare" è il titolo inedita.
La poetica dell’immortale Rosa Balistreri si carica di battiti e sonorità contemporanee dove la tradizione mette sullo stesso filo “la vita, lu passato e la memoria”. Un’intensità espositiva che attualizza e raggiunge il ventre di una terra affinché la percezione dell’artista di un tempo di dolore e di ingiustizia divenga occasione di rivalsa. È l’orgoglio di chi ha capito, di chi è stato vessato eppure mai ha perso la lucidità, ma hai fermato il suo cammino. Tutto questo con un’attualità scenica e musicale che stravolge il tempo e diventa eterna.
Una vera carta d’identità della sicilianità “made in Marsala” con i suoi profumi, le visioni, le luci, la struggente poesia e le intense notti stellate. “Assumma Assumma” si compone di dieci brani capaci di evocare il vento “che porta e sporta amuri e sintimenti” intrisi dell’indolenza tipica della nostra terra che ti canta nella mente come uno “scrusciu na sta testa” che non sempre s’accorda con il “Ritmu du cori”. Disco arricchito con contaminazioni che colorano i brani inebriando chi ascolta di profumi arabi, danzanti di tradizione e palpitanti di percussioni dagli echi lontani, africani, quasi fossero il palpito del pianeta: tessere colorate e multiformi, per raccontare il sapore dei suoni di Sicilia, terra di confine e culla di mille storie.
Levità e intensità danzano e si sfiorano nel disco “A testa mi rici”, cadenzato come un trenos, un lamento che rinnega se stesso perché include un sonno/sogno che gioverà, deve farlo per forza. Primo disco de I Musicanti (2003) eppure è già estremamente sapiente, anche grazie all’eleganza degli archi scritti e diretti da Emanuele Chirco. Un esordio poetico e intimo che, come un big beng, contiene già tutte le premesse e gli elementi che saranno costitutivi della musica del gruppo fondato da Gregorio Caimi: identità, contaminazione, una lieve malinconia, che è intima ricerca di sé, e una raffinatezza espositiva che è accolta da chi è sensibile all’arte.
Produzione artistica: Gregorio Caimi
Cell. 338.9272378
Email: info@imusicanti.com
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